Consiglio Superiore di Sanità "cannabis light è potenzialmente pericolosa"

di redazione 21/06/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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"Non può essere esclusa la pericolosità della 'cannabis light'". E' quanto afferma il Consiglio superiore di Sanità (Css) in un parere richiesto dal ministero della Salute sul tema, in riferimento ai "prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa" - venduti nei cosiddetti 'canapa shop' diffusisi in tutta Italia - ma dei quali "non può essere esclusa la pericolosità". Il Css raccomanda quindi che non sia consentita la libera vendita.

I prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa sono attualmente venduti nei 'canapa shop' come un prodotto da collezione, dunque non destinato al consumo. Il Css mette però in guardia rispetto ad un possibile uso di tali prodotti, avvertendo che "non può essere esclusa la pericolosità" della cosiddetta cannabis o marijuana light. per questo "raccomanda che siano attivate nell'interesse della salute individuale e pubblica misure atte a non consentire la libera vendita".

La ministra Giulia Grillo a questo proposito ha precisato: "Il precedente ministro della Salute il 19 febbraio scorso ha chiesto un parere interno al Consiglio superiore di sanità sulla eventuale pericolosità per la salute di questa sostanza. Il Consiglio si è espresso il 10 aprile scorso e il ministro ha investito della questione l'Avvocatura generale dello Stato per un parere anche sulla base degli elementi da raccogliere dalle altre amministrazioni competenti (Presidenza del Consiglio e Ministeri dell'Interno, Economia, Sviluppo economico, Agricoltura, Infrastrutture e trasporti). Non appena riceverò tali indicazioni - conclude - assumerò le decisioni necessarie, d'intesa con gli altri ministri".

In un parere richiesto a febbraio dal segretariato generale del ministero della Salute l'organo consultivo raccomanda "che siano attivate, nell'interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti". Un parere che avrà effetti su un mercato in pieno boom, visto che la cannabis light ha fatto aprire centinaia di punti vendita in tutta Italia.

Il Css ha risposto a due quesiti: se questi prodotti siano da considerarsi pericolosi per la salute umana e se possano essere messi in commercio, ed eventualmente a quali condizioni. Riguardo alla prima domanda, il Consiglio "ritiene che la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di 'cannabis' o 'cannabis light' o 'cannabis leggera', non può essere esclusa".

In particolare, l'organo consultivo ritiene che: "La biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni (sono di 0,2%-0,6%, le percentuali consentite dalla legge, ndr) non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine".

Il Css sottolinea che degli effetti di tali sostanze su alcuni soggetti si sappia ancora troppo poco perché "non appare in particolare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come 'sicura' e 'priva di effetti collaterali' si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione)".

Quanto al secondo quesito posto dal segretariato generale del ministero della Salute, il Css ritiene che "tra le finalità della coltivazione della canapa industriale" previste dalla legge 242/2016 - quella che ha 'aperto' al commercio, oggi fiorente, della cannabis light - "non è inclusa la produzione delle infiorescenze né la libera vendita al pubblico; pertanto la vendita dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di 'cannabis' o 'cannabis light' o 'cannabis leggera', in forza del parere espresso sulla loro pericolosità, qualunque ne sia il contenuto di Thc, pone certamente motivo di preoccupazione".

Sulla base delle opinioni espresse dal Css il ministero della Salute ha anche richiesto un parere all'Avvocatura dello Stato, che non sarebbe ancora arrivato.

E sulla vicenda si apre subito la polemica. Il farmacologo Silvio Garattini, direttore scientifico dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, sottolinea che bisogna abolire il termine "leggera" perché  "la cannabis light è droga a tutti gli effetti" e "i  potenziali rischi per la salute esistono soprattutto per i giovani". Benedetto Della Vedova, presidente di Forza Europa e promotore nella scorsa legislatura della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis dice al contrario: "Immagino che Salvini si butterà a pesce sul parere del Consiglio Superiore di Sanità e farà chiudere negozi e coltivazioni: finirà che avremo un mercato nero e criminale anche per la cannabis light".

Coldiretti segnala invece le ricadute per chi ha intrapreso la coltivazione, perché in Italia nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa. "Ora occorre fare chiarezza per tutelare i cittadini e le centinaia di aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa".

Plaudono alla posizione del Css alcune associazioni di genitori, mentre l'Associazione Luca Coscioni attacca: "Sfidiamo il Consiglio Superiore della Sanità a portar avanti studi propri, se ne è capace, invece che raccogliere "dati in letteratura" e ricorda che di recente "l'Organizzazione Mondiale della Salute ha avviato, per la prima volta nella storia, una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis con probabile declassificazione della sua pericolosità nelle tabelle internazionali".


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